ACCESSORI: Nella parte posteriore si trova la piccola “saracinesca del bocchetto” attraverso la quale, tenendo il Ferro con la punta rivolta in alto, si compiva l’operazione dello “sbraciare” per ravvivare la brace ed anche per rimuovere la cenere affinché non uscisse dagli aeratori ed insudiciase il capo da stirare.
ANEDDOTI : un altro Ferro a cassetta a forma tonda anziché a cuneo (che si sarebbe potuto impuntare) serviva per stirare capi come la “reticella”, una sorta di cuffia o di berrettina da donna a larghe maglie; il “velo”, un tessuto di seta o di llino, finissimo e rado chiamato anche “garza”, che le donne usavano per coprirsi il capo ed il viso; lo “zendalo”, un antico drappo sottile di lino o di seta; la “balza”, il velo bianco, verde o celestino che si legava alla fascia del cappello delle signore e, tenuto allargato dalla tesa, ricadeva sul davanti o si raccoglieva tutto da un lato, oppure si alzava rovesciandolo sul cappello stesso.
NOTE: al dis. N° 035 si trova il “quadrello”, ferro da stiro più modesto e semplice.
COSTRUZIONE: il materiale costruttivo di questo attrezzo è in prevalenza la ghisa. Unica parte in legno è la manopola o manico.
Ricavato da volume: “Prima che scenda il buio” di Luciano Gibelli