Le mosche, particolarmente in campagna si sono ridotte per via del cambiamento della società agricola. Le stalle con tre o quattro mucche, che servivano alla sopravvivenza del contadino, non ci sono più e sono sostituite da allevamenti intensivi e automatizzati e igienizzati.
Nelle classiche case di campagna, la stalla era di fianco alla cucina e le mosche circolavano indisturbate. Oltre alla carta moschicida c’era la “muschera in vetro” come veniva chiamata nei nostri paesi astigiani.Questo oggetto (una specie di bottiglia) era appoggiato nei punti strategici dell’abitazione: aveva una forma panciuta con la parte inferiore aperta e il tappo in alto e poggiava su tre piedini. In genere si metteva sul tavolo con dentro acqua e miele, zucchero o aceto. Le mosche erano attirate dal profumo, entravano nella bottiglia ma non trovavano l’uscita e in genere annegavano nel liquido stesso.